BORGARNES

Verso le 18:30 arriviamo nell’Hotel Iceland Hamar a Borgarnes, posiamo gli zaini e dopo tutta la fatica della giornata ci meritiamo proprio una bella biretta, anzi due.

Siamo in una delle location (sia geografiche che di strutture) meglio raccomandate per vedere l’aurora boreale.

Oltretutto l’hotel ha anche 2 piscine idromassaggio e una sauna per togliersi lo sfizio di ammirare l’aurora in un modo molto insolito.

Borgarnes si trova sulla penisola di Borgarfjorour, di fronte all’omonimo fiordo, a nord ovest dell’Islanda.

Un grazioso villaggio di 2000 abitanti, il più grande della zona, all’entrata della penisola di Snaefellsnes, reso famoso per il film “I Segreti di Walter Smitty”.

Snodo strategico per la penisola di Snaefellsnes, la capitale Reykjavik e il parco del Thingvellir e del “Circolo d’Oro”.

I dintorni di Borganes

Immersa nella foresta di betulle e conifere di Borgarfjardur, è una città modesta, un pò pittoresca, con una piacevole atmosfera bucolica; di interessante c’è solo un piccolo museo.

Ceniamo verso le 2030 e iniziamo l’attesa. 

La cena

Visto che fino alle 23 non è previsto nessun “avvistamento” rimaniamo nel bar nell’hotel sorseggiando birra, whisky, te e caffè.

Poi all’improvviso la maggior parte degli altri ospiti corre di fuori, tutti con reflex, macchine semi-professionali e cavalletti.

Ci uniamo anche noi ma in un ora si vede solo qualche nuvoletta bianca.

Verso mezzanotte, presi dall’euforia che tanto prima o poi l’avremmo vista andiamo a rilassarci nell’idromassaggio.

Temperatura meno 5 gradi, un freddo cane, in 10 minuti mi si ghiacciano addirittura i capelli.

Anche qui rimaniamo un oretta, con lo stesso risultato, solo nuvolette bianche all’orizzonte.

Ci rivestiamo, rimaniamo fino alle 2 con gli occhi puntati in alto ma visto che l’hotel ha anche il servizio di chiamata istantaneo in camera quando si vede l’aurora andiamo a dormire.

Alle 3 suona la sveglia, usciamo di corsa, ma…. ancora niente.

Va be, sarà per domani, è solo la prima sera che stiamo in Islanda.

Ps: solo il giorno dopo ci hanno spiegato che le nuvole bianche che vedevamo, se ben fotografate, mostravano “l’aurora boreale”.