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Mescalina Backpacker

Dopo due giorni a Pakse e la Valle di Boloven è ora di ripartire.

Compro direttamente dalla guesthouse un biglietto e parto per Phon Penh la mattina verso le otto.

Dopo due ore stiamo già al borden-line.

Insieme a me ci sono altri 20 tra ragazzi e ragazze, tutti americani, francesi e australiani.

Scendiamo dal bus e attraversiamo le linea di confine a piedi, in uno stato di completa calma.

A parte noi non c’è nessuno, le poche guardie, sonnecchiano e fumano quasi indifferenti.

Pago 2$ per uscire dal Laos, 25$ per il visto Cambogiano più altri 2$ che non capisco perché, un altro $ per le foto.

E dopo aver fatto una piccola disinfestazione per qualche influenza locale, dopo nemmeno un ora siamo in Cambogia.

Da Pakse (Laos) a Phon Penh (Cambogia) in bus – Il confine Cambogiano

Entrati in Cambogia prendiamo un altro bus e dopo un ora ancora un altro.

Lasciamo in Laos, con paesaggi lussureggianti e colline verdi e entriamo in Cambogia, dove tutto sembra una vasta pianura poco fertile.

Il Laos sarà pure uno dei paesi più poveri al mondo ma superficialmente sembra un piccolo paradiso,

Lo sguardo ed i sorrisi della popolazione locale, la bellezza incontrastata della natura, la serenità che contraddistingue questo meraviglioso Paese.

La Cambogia, anche superficialmente e di primo impatto ti trasmette subito tutto l’orrore e il dramma che si è consumato con Pol Pot e i Khmer Rossi, come se i fantasmi ancora riecheggiano nell’aria.

Da Pakse (Laos) a Phon Penh (Cambogia) in bus

Da Pakse (Laos) a Phon Penh (Cambogia) in bus

Ma torniamo a noi.

Il viaggio è ancora lungo e sul bus è una festa continua.

Si fuma, si beve, si canta, si scherza e si raccontano le storia dei propri viaggi.

Scoppio d’invidia nel sentire tutti questi racconti dei ragazzi anglosassoni che finita la scuola se ne vanno per un anno a girare il mondo.

Verso le 20 arriviamo a Phon Penh e insieme a Mia e Jones, entrambi americani, conosciuti sul bus andiamo alla guesthouse Number 9.

Decidiamo di dividerci una stanza in tre per risparmiare un po’.

Arrivati alla guesthouse incontro Noemi e Francesca, le ragazze Italiane con cui mi ero messo d’accordo di incontrarci qui e per poi proseguire il viaggio.

Loro sono qui da qualche giorno e hanno già visto la città, così l’indomani io andrò con Mia e Jones a vedere i campi di concentramento di Pol Pot e la città di Phon Penh e il giorno dopo ancora partito con Noemi e Francesca per Battabang.

Direzione Angkor Wat.

Intanto passiamo la sera nella guesthouse, punto di riferimento dei backpacker nella capitale, nel bellissimo giardino – cortile tra musica, birre e racconto delle proprie esperienze di viaggio.

LAOS 11° Pakse e la Valle di Boloven, cosa vedere e cosa ho fatto - G°9-10
CAMBOGIA 13° Due giorni a Phon Penh
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