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Un libro che si apre con questa frase “Per l’animo avventuriero di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo”….io già lo amo!

“SOLA IN ALASKA: Un viaggio nelle terre del lungo inverno” è un libro scritto da Ulrike Raiser nel 2018 edito da Alpine Studio Editore.

Il primo libro di una scrittrice emergente che l’ha catapultata nel panorama Italiano della letteratura e narrativa da viaggio.

Un viaggio indimenticabile, inaspettato, in solitaria; il suo primo fatta da sola che è iniziato un po’ per caso.

Una diario dal primo all’ultimo giorno, che racconta piccole gioie, disavventure e divertenti imprevisti.

I primi giorni passati sull’isola di Vancouver, i sette giorni di nave fino all’Alaska e quasi i 2000 km nella sua entroterra, di cui quasi tutti senza incontrare anima viva.

Con lei solo 12 kg di zaino, un pc portatile, una macchina fotografica, tanto entusiasmo e una curiosità incontenibile.

Sola in Alaska: Un viaggio nelle terre del lungo inverno

Sola in Alaska: Un viaggio nelle terre del lungo inverno

Scopriamo che l’Alaska non è solo ghiaccio e freddo, paesaggi e foreste incontaminate, aquile e orsi, balene e salmoni.

Non è solo lo stato con il PIL procapite più alto degli USA e uno dei più alti al mondo per percentuale di suicidi.

All’interno troviamo soprattutto riflessioni sul senso del viaggiare, sulla difficoltà dei nostri giorni nello stare a contatto con la natura e sulla possibilità concreta di organizzare viaggi in solitaria pur con un budget limitato, ovvero backpacker – zaino in spalla.

Scopriamo come si vive davvero in Alaska, come sono e chi sono gli alaskani, come mai l’Alaska affascina centinaia di persone che abbandonano la loro vita confortevole per trasferirsi in una foresta ai margini del mondo, come ci si diverte, come si affronta l’inverno lungo e buio, come ci si veste, che rapporto si ha con una natura così selvaggia.

Un viaggio originale che non racconta una storia di quelle da film, pompate, da “INTO THE WILD” o di quelle che quando si leggono si rimane a bocca aperta.

Ulrike ci racconta un viaggio alla portata di tutti, un viaggio nel classico stile MescalinaBackpacker.

Ecco perché ci è piaciuto tantissimo.

Non ci ha colpito solo il libro, il suo modo di scrivere e di raccontare, ma sopratutto ci è piaciuto lo stile di viaggiare della Raiser.

Finiamo con un altro pezzo tratto dal libro che rispecchia molto la nostra filosofia.

“Un’amica, qualche tempo, fa mi ha detto che se non si vive in un posto per un po’ è quasi inutile andarci perché passandoci di sfuggita non ci si rende nemmeno conto di come è veramente. Quindi bisognerebbe andare in un luogo, rimanerci alcuni mesi, visitarlo bene, comunicare con le persone che lo abitano e magari lavorarci per comprendere davvero a pieno la realtà delle cose. […] I miei viaggi, sono così fitti di spostamenti, sempre itineranti, stancanti anche, infatti arriva sempre il momento in cui sono contenta di rimanere addirittura due notti nello stesso hotel. Due notti ma non di più. Poi mi assale la voglia di vedere qualcos’altro e solo vedere un posto non vuole necessariamente dire non viverlo, perché anche in poco tempo ci si può immergere in esso”

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