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VERSO IL SUD: TULEAR

Sempre più in direzione sud.


Dove il paesaggio comincia ad essere sempre più arido, e le casette rosse della montagna vengono sostituite sempre di più da baracche di paglia.


Dove comincia ad esserci penuria d’acqua e le condizioni di vita si fanno più dure.


Dove le distanze si fanno più grandi e lungo la strada molti persone, donne e bambini, vendono bastoncini di legno per accendere il fuoco o chiedono bottiglie vuote per andare a prendere l’acqua.


Questo ultimo strappo di viaggio, la cui durata per noi è la più lunga, lasciano secco anche il cuore.

Anakao

È proprio qui che Yuri e Tito realizzano e vedono da più vicino cosa significa povertà.


Sono intimiditi e cercano di capire.

È un momento di riflessione e di pensieri che scorrono veloci come la strada che ci porta a Tulear.

A Tulear ci fermiamo solo due notti, la città è vivace e polverosa, la spiaggia dove andiamo a riposare si trova a qualche kilometro di distanza, ad Ifaty.

È rilassante, ma delimitata e chiusa da corde per la tutela dei turisti.

Questa cosa non ci piace.


Anakao

Decidiamo infatti di andare a visitare un piccolo parco a un’oretta di distanza, per vedere da vicino i Baobab.

Qui non sono grandi e svettanti come quelli che si trovano nella famosa Avenue du Baobab.

Comunque ci regalano un’emozione speciale, una sensazione di saggezza e vita.

Ma non solo: i baobab sono simpatici.

Qui a Tulear ci congediamo con un po’ di tristezza.

Ma anche gratitudine e affetto da Clement e Christian, la nostra guida e il nostro driver, che ci salutano all’imbarco verso Anakao.


La nostra ultima meta.

Passeremo al mare, nel riposo e goduria, le ultime settimane di viaggio.

Anakao

Walking tree

ANAKAO

La scelta di andare ad Anakao è stata piuttosto casuale.

Prima della partenza, mentre cercavo un posto selvaggio, ma accogliente, dove passare l’ultima parte del viaggio, i bimbi hanno scorto sullo schermo del computer le foto di un luogo bizzarro.

Deliziose capanne posate su una spiaggia di sabbia bianca circondate da una recinzione di matitone colorate.

Non hanno avuto dubbi, loro volevano andare lì.

Tito medita sulla spiaggia

Il loro intuito non ha sbagliato, il Peter Pan è stato un’ottima scelta.

Anakao è un villaggio di pescatori che occupa una porzione di una spiaggia meravigliosa e si addossa al Peter Pan.

Un luogo particolare ma bellissimo come i due ragazzi che lo gestiscono.

Qui abbiamo passato le nostre giornate tra spiaggia, mare e ottima cucina.


Siamo potuti uscire con la piroga per andare ad avvistare le balene, che in questa fase dell’anno migrano e popolano abbondanti le acque del golfo.

Abbiamo fatto snorkeling e immersioni nella barriera corallina, rotolato sulle dune di sabbia, giocato a scacchi nella torre del Peter Pan con le dita dei piedi affondate nella sabbia sottilissima.

Il Peter Pan

A settembre in Madagascar è inverno, per cui abbiamo anche trovato alcuni giorni un po’ freddi, ma ne abbiamo approfittato per andare a visitare il Parco di Tsimanampetsotsa.

Qui abbiamo potuto vedere i fenicotteri rosa e abbiamo potuto perderci tra le fronde e i trochi del Walking tree.

Un tipo di albero che si muove, con i tempi che solo creature come gli alberi possono avere, alla ricerca di acqua.

Ad Anakao il nostro viaggio si è trasformato più in una vacanza, e ci siamo fatti accompagnare per mano al temine di questa esperienza, felicemente adattandoci ai ritmi più lenti e pigri.

tito medita sulla spiaggia

IL RIENTRO A CASA

Da Anakao ce ne andiamo con tristezza, consapevoli del fatto che stiamo per rientrare in Italia e tutto ricomincerà come prima: la scuola, il lavoro, la città.

Ma forse non sarà proprio la stessa cosa, i bambini hanno tante cose da raccontare, foto da vedere per consolidare i ricordi, hanno anche voglia di rivedere il loro papà e gli amici.

Io personalmente, un altro mesetto in giro per l’isola me lo sarei fatta con serenità, invece.

Prendiamo un volo interno da Tulear che in un’ora o poco più ci porta ad Antananarivo.

Qui ci organizziamo per il volo di rientro.

Compriamo le ultime cose e regaliamo ciò che desideriamo lasciare.
Lasciamo quest’isola, torniamo in Italia.

Sarà banale, ma vero, il Madagascar ce lo portiamo indietro con noi. Nel cuore.

Madagascar con i Bimbi 2° parte: I Parchi del Madagascar di Valeria Bernardi
Informazioni utili per un viaggio in Madagascar con i figli di Valeria Bernardi
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