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CAMBOGIA ANGKOR

Cambogia Angkor Wat

Cambogia Angkor Wat

Dopo una giornata intera sul fiume Tonle Sap in un atmosfera in cui sembra di stare neI film di Rambo e Apocalipse Now, arrivo Angkor, il sito archeologico più grande e imponente al mondo, non che uno dei più importanti e affascinanti, il motivo principale che mi ha spinto in Indocina.

Angkor, situato nella giungla Cambogiana è un oasi di tranquillità, acqua a non finire, verde a perdita d’occhio, monaci che pregano tranquilli; un posto dove, rubando una battuta su Esfhan in Iran, “l’Umanità trova comune sollievo e fa pace con se stessa”.

Il suo splendore va dal IX° e XV° secolo, quando era il centro politico, religioso ed economico dell’impero Khmer, uno degli imperi più potenti, all’avanguardia e misteriosi che la storia ricordi.

Il primo Europeo a parlarne fu nel 1200 Marco Polo, poi misteriosamente la città sembra svanire, scompare e si perdono completamente le tracce fino al XIX° secolo quando un archeologo francese da notizia della scoperta della famosa e leggendaria “città perduta nella giungla”, la mitica “El dorato”.

Angkor è stata costruita con criteri urbanistici razionali e moderni, di alta architettura e di altissima ingegneria, disegnata e progettata da abili ed esperti ingegneri idraulici che attraverso il perfetto equilibrio tra bacini, vasche, dighe e piscine riuscivano ad accumulare l’acqua nei 4 mesi dei monsoni e utilizzarla nei restanti.

I 3 Monumenti principali sono:

1) L’Angkor Wat, simbolo della Cambogia, armonia allo stato puro con una raffinatezza unica, uno dei capolavori assoluti dell’arte e dell’architettura mondiale di tutti i tempi.

Cambogia Angkor  - Il Bayon

Cambogia Angkor – Il Bayon

2) Il Bayon, una delle espressioni artistiche al mondo che più mi hanno colpito, passeggiare in mezzo a tutte queste facce che sembrano guardarti, con quel sorriso beffardo e ambiguo mi ha dato una sensazione strana, quasi sovrannaturale.

3) Il Ta Prohn, famoso in tutto il mondo per la scena di Tomb Raider, unico e sensazionale perché è stato lasciato volutamente in balia della giungla e le radici degli enormi e secolari alberi di Bohiyan avvolgono e proteggono i templi, dando la sensazione di un mondo perduto.

Tutto questo in una perfetta simbiosi tra natura, uomo e dio, Angkor è un mistero, è un mistero il suo inizio, ma lo è molto di più la sua fine.

Sono un mistero i suoi bassorilievi che raffigurano battaglie, torture, nascite e morti, giudicati quasi una profezia millenaria dell’olocausto dei Khmer Rossi e di Pol Pot, avvenuto solo qualche decina di anni fa.

Molte sono le analogie e le somiglianze tra la cultura Maya, Egizia e Khmer, così distanti nello spazio ma sopratutto nel tempo.

Cambogia Angkor - Il Ta Prohn

Cambogia Angkor – Il Ta Prohn

La scienza ci dice che tutti i suoi 700 edifici principali, sono disposti lungo una linea che rappresenta la costellazione del Drago nell’anno 10.500 a.C..

E se si fa un piccolo studio si vede che sempre in quell’anno, il 10.500 a.C: la Sfinge era rivolta ad Est verso la costellazione del Leone, le Piramidi Egizie, a Sud, verso Orione, quelle di Akapana, nelle Ande Boliviane, a Ovest verso la costellazione dell’Acquario.

Come se tutti questi punti rappresentassero in terra una mappa celeste, una bussola stellare per qualche entità extraterrestre.

Forse sono solo leggende, forse solo miti, forse ci piace troppo immaginare cose che ci permettono di sognare mondi interspaziali e popoli con intelligenze a noi inimmaginabili.

Forse….

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