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ISLANDA STORIA

L’isola Islandese, più vicina al continente Americano che a quello Europeo, è unita al vecchio continente attraverso uno zoccolo continentale Scozia con il quale milioni di anni fa formava un unica terra insieme alla Scozia.

Una terra geologicamente giovane, che non ha più di 20 milioni di anni.

Abbandonata, deserta, disabitata, fino a qualche centinaia di anni fa.

Chiamata “Thule” dal mercante greco Pitea, oggettivamente non si sa quando fu scoperta, molti dicono nel VII° secolo da monaci Irlandesi altri dai Normanni.

Non c’è nemmeno una piccolissima prova archeologica.

Delle monete romane datate 3° secolo a.c. furono trovate ma non si sa se furono portate in seguito dai vichinghi.

Ma è solo nel 874 che fu colonizzata dai Norvegesi che in breve tempo fondarono una repubblica.

Per molti l’Islanda fu scoperta dal navigatore Scandinavo Naddoddr che sbagliando rotta finì su queste terre che chiamo “Snaeland”: “terre della neve”.

Il nome Islanda, Iceland, “terra dei ghiacci” fu data dallo scandinavo Floki che arrivò volontariamente sull’isola e vi trascorse 1 anno.

Il 1° colono fu il norvegese Ingolfur Arnarson, che nel ‘874 con la sua famiglia si rifugiò a Reykjavik, “baia dei fiumi”.

Subito dopo arrivarono norvegesi, irlandesi e scozzesi.

In 60 anni fu colonizzata tutta e nel X° secolo fu introdotto il cristianesimo.

I gruppi e le tribù, unite solo da leggi non scritte, non rimasero coese ma si combatterono subito.

Islanda storia – Il luogo dove la placca Americana si incontra con quella Europea e dove fu costruito l’Albingi

Nel 12° secolo lungo le sue terre c’erano solo piccole capanne ma è qui che nacque anche il parlamento, “Albingi”, il più antico dell’Europa.

La sua crescita fu intermittente, le guerre civili incessanti e nel 1262 divenne un vassallo Norvegese – Danese.

Nel 1763 l’eruzione del vulcano Lak uccise 9.000 persone, l’80% del bestiame e con la successiva carestia mourì un quarto della popolazione rimanente.

La nazione cadde in miseria.

Nel 1814 la Danimarca e la Norvegia si separano e l’Islanda passò alla Danimarca.

Inizia a nascere anche un forte senso nazionalismo guidato da Jon Sigurosson.

Nel 1855 vengono introdotte delle leggi per ristabilire il libero commercio, inizia a ottenere una piccola autonomia e nel 1874 “partoriscono” una bozza costituzione.

La cultura, l’economia ma sopratutto la pesca crescono, nascono i partiti, i dibattiti politici ma anche l’agricoltura, industrie e inizia l’urbanizzazione.

Agli inizi del 1900 iniziano i moti indipendentisti e diventa uno stato indipendente sotto il regno di Danimarca.

Islanda storia – Una foto dei primi anni del 1900

Ecco la 2° Guerra Mondiale, l’Islanda si dichiara neutrale ma viene invasa da 26.000 soldati Inglesi e 40.000 Americani che si stanziano nell’isola e si ritirano nel 1946, mantenendo fono al 2006 una base a Keflavik.

Durante e dopo la guerra la nazione prospera in quanto diventa uno dei posti prediletti per la riserva di valute delle banche estere.

Le valute vengono impiegate dopo la guerra per:

  • nuova flotta di pescherecci
  • impianti lavorazione pesce
  • ammodernamento agricoltura
  • infrastrutture
  • industrie

La disoccupazione e è ai minimi assoluti ma l’economia rimane molto instabile per la forte dipendenza dell’economa sulla pesca e sull’esportazione del pesce essiccato.

Altre piccole entrate provengono dall’industria dell’olio di pesce, dai guanti e calzature di pelli e dall’allevamento degli animali da pelliccia.

Ci sono poche risorse naturali e agricole, non ci sono legname, carburanti, risorse minerarie.

Ufficialmente diventa un avamposto per controllare l’URSS durante la Guerra Fredda e nel ’49 entra a far parte della NATO.

Nel 1950 inizia la disputa contro la Gran Bretagna per il predominio delle acque pescose nel nord Atlantico riguardo miglia nautiche e divieti.

Teoricamente si combattono 3 “Guerre del Merluzzo”, la 1° nel 58, la 2° nel 72 e la 3° nel ’75.

Arriviamo agli anni ’90, la classe politica si innamora delle teorie neoliberiste di Milton Friendam e attua una rivoluzione all’impianto sociale e politico.

in pochi anni si sviluppa una società paritaria, coesa e competitiva, un economica chiusa e locale, con un forte senso di comunità, uno stato sviluppato, un altissimo consumismo, una politica di liberalizzazione del mercato, una estrema finanziarizzazione economica e privatizzazione d’impresa.

L’economia aumenta, l’inflazione scende, diventa una delle nazioni più benestanti al mondo.

Aiutata anche da un politica estera filo-americana, rimandando pero l’unico paese della NATO senza una propria forza militare.

Poi nel 2009 all’improvviso tutto esplode, con la crisi dei mutui Sub-prime americani.

Le 3 principali banche nazionali, privatizzate in blocco nel 2000, collassano una dietro l’altra in pochi giorni con 85 miliardi di euro di debiti.

Il governo le fa fallire, le nazionalizza e sposta i conti dei cittadini in altre due banche solide.

E’ una shock assoluto, la nazione va in recessione e sommersa dai debiti, crolla il valore della moneta nazionale, il governo da le dimissioni in tronco cosi come tutti i capi delle finanza e dell’economia.

Lo stato si accolla tutto il debito pubblico che sale dell’80% ma si rifiuta di socializzare e lo lascia in eredità alle banche.

E come un araba fenice, l’Islanda rinasce e il popolo ottiene straordinarie conquiste.

In pochi mesi si ha:

  • nuova costituzione
  • legge per la libertà di espressione internazionale
  • nuovo capitalismo finanziario
  • politiche neoliberiste con un governo di centro destra
  • si fa prestare 5 miliardi dalla FMI
  • attua misure di austerità economica
  • impone blocco uscita dei capitali
  • non taglia in welfare, i comuni rimangino li stessi ma le tasse e l’iva aumentano
  • gli stipendi diminuiscono
  • pesca, commercio e energia rimangono i 3 perni dell’economia
  • il P.I.L. torna a crescere e la disoccupazione scende al 4%.

Ma è con la svalutazione della moneta che arriva uno dei vantaggi maggiori: il turismo, fino ad allora cosa quasi inesistente.

ISLANDA STORIA CONTEMPORANEA

L’Islanda oggi è una nazioni di 300.000 abitanti, di cui la meta vive nella capitale.

Una repubblica costituzionale con un sistema di multi-partito con il parlamento – Althing – dove risiedono 63 parlamentari.

Non si hanno tante notizie di attualità, ogni tanto di qualche casa farmaceutica, di ambientalisti contro la caccia alle balene,

In breve tempo è passata da un laboratorio liberista a come la definiscono tanti, un incubatrice di tendenze opposte, scissa tra modelli socio economici contrastanti e alternativi.

Una terra incognita, ai margini dell’integrazione europea, un paese unico in cui si suoi abitanti si sentono Scandinavi.

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