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Dopo 5 giorni di febbre a 40° ed essermi ripreso in poche ore con la cura berbera, la mattina lasciamo Fes e decidiamo di andare a Meknes.

Andiamo a piedi alla stazione e prendiamo il primo bus.

Per fare i 60 km ci mettiamo 1 ora e mezza, come al solito ci buttiamo nella Medina dove troviamo una piccola Riad a 5€ a camera per notte. (purtroppo non mi ricordo il nome)

meknes viaggioAnche se mi sono guarito, ho le energie quasi al minimo, ma ancora non vogliamo tornare a casa.

Quindi passiamo i 4 giorni e 3 notti con estrema calma, anche perché siamo nel posto e nella città giusta.

Meknes è una città tranquilla, gradevole e simpatica.

La più piccola e la più recente delle 4 città imperiali, la meno turistica e la meno caotica.

Fondata nel 106 d.c. come roccaforte militare, prende il nome dalla tribù Berbera “Meknassa”.

552 metri s.l.m., a nord del Marocco, oggi conta circa 600.000 abitanti.

Incastrata tra le montagne del medio Atlante, il Rif e la piana fertile del Saais, con cereali, vegneti, uliveti, palmeti e frutteti.

Patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.

E’ stata definitivamente disegnata dal Sultano Alawita Moulay Ismail nel 17° secolo che la rese capitale del regno dal 1672 al 1727.

Trasformandola da una città militare ad una imperiale,.

Chiamata e conosciuta come la “città dei 100 minareti” o la “città verde” ma soprattutto come la “Versailles Marocchina”.

In quanto il sultano si era infatuato della città Francese e la edifico quasi a sua immagine.

meknes racconto

La maggior parte del tempo lo passiamo nelle tante terrazze di Piazza El Hedim, a sorseggiare te e a fumare narghilè.

Io spesso me ne ritorno nella riad a riposarmi.

Il restante tempo lo trascorriamo passeggiando senza meta tra i suoi palazzi, giardini, case con balcone sopratutto nel quartiere Ebraico, attraverso mura, madresse, giardini, moschee ed edifici ispanico – moreschi del 1600.

Credits foto Emanuele Margiotti

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