Tangeri – Storia della Città Bianca
Tangeri, 1 milione di abitanti, la porta di accesso del Marocco, dell’Africa e del mondo Arabo, luogo d’incontro di mille civiltà. chiamata la “Città Bianca”.
Ha una strada costiera molto animata e ovunque ci sono grandi costruzioni in progress.
La sua Medina è un labirinto di vicoli su cui si affacciano attività commerciali e abitazioni private circondate dalle mura di una fortezza eretta dai portoghesi nel 15 sec.
Tutto ben pulito, ordinato, ampi giardini curati e un tocco occidentale molto evidente.
Uno dei centri geopolitici del Nord Africa.
con una storia antichissima, ricca che passa per Fenici, Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi, Portoghesi, Spagnoli e Britannici.
Costruita ad anfiteatro intorno al porto, è situata in una baia che alcuni credono tra le più belle del Mar Mediterraneo.
Baia in cui miti e leggende narrano ci fossero le grotte d’Ercole.
Una città, che o la sia ama o la si odia.
Un pò come Napoli e Marsiglia, una città viva, vera, autentica, pericolosa, caotica, confusionaria, per molti un mito, per altri un sogno.
Tangeri è una città con due facce.
Proprio come i 2 mari che la bagnano, il Mediterraneo e l’Atlantico, dando vita a un qualcosa di unico e originale, proprio come il fatto che è l’unico luogo dove le 2 acque si unisco.
Tanti sono gli aggettivi per definire la città.
Tangeri è una città multiculturale e moderna, ambigua e promiscua, non banale e non ipocrita.
A Tangeri storia è sinonimo anche di spionaggio e intrighi internazionali, di spie, di tipi loschi, di criminalità, uno dei punti dove parte per il mondo la maggior parte dell’Hascisc Marocchino di cui la città ne è piena.
Il benvenuto ideale e perfetto per il Marocco.
William Burroughs, scrive di Tangeri:
“È davvero il posto del mondo, come un sogno che si estende dal passato al futuro, una frontiera tra il sogno e la realtà, che mette in discussione la realtà dell’uno e dell’altro. Qui nessuno è ciò che appare.”
Scrittori, pittori; musicisti, artisti d’ogni genere scelsero la città come destinazione, fonte d’ispirazione e, a volte, casa.
Un fascino enigmatico che ha stregato e a ispirato Paul Bowles, Matisse, Hendrix, Churchill, Burroughs, Mark Twain e anche Garibaldi durante il suo esilio.
Secondo artisti come Matisse e Delacroix, i paesaggi, i colori e la luce sono semplicemente eccezionali.
ps foto prese e concesse da Siente Marruecos