BIRMANIA Storia contemporanea
BIRMANIA STORIA CONTEMPORANEA
Questa è la storia contemporanea della Birmania secondo il punto di vista di MescalinaBlog dalla seconda guerra mondiale fino ai giorni d’oggi, da quando stava per diventare una potenza mondiale fino a diventare uno dei paesi più poveri e corrotti del mondo:
Iniziate a pensare che dopo la seconda guerra mondiale, la Birmania era considerata una delle nazione con uno degli indici di sviluppo più alto del mondo, che nel giro di qualche anno sarebbe entrata a far parte dei paesi Industrializzati come una potenza internazionale.
Aveva delle risorse illimitate come petrolio, gas (2% mondiale), piombo, zinco, stagno, tungsteno, rubini (i migliori al mondo), pietre preziose, gemme, foreste tropicali, di conifere, di querce e di giungla e il 75% del Tek mondiale, era uno dei più grandi esportatori di riso e di pesca.
Aveva una struttura amministrativa, commerciale, industriale di prim’ordine, con ottime infrastrutture ferroviaria e stradali ed eccellenti centri universitari.
La realtà era che la Birmania, era uno dei paesi più importanti del mondo e ora dopo sessanta anni di dittatura militare è uno dei paesi più poveri al mondo.
Andiamo a far le guerre senza motivo, e qui che di motivi ce ne sarebbero a migliaia, nessuno muove un dito.
É risaputo che anche se il paese è stato isolato per cinquanta anni, al suo interno, multinazionali giapponesi e cinesi hanno sempre lavorato nell’ombra con i vari generali di turno e ogni volta che a livello internazionale si decideva di mandare una missione i Giapponesi sono sempre riusciti a boicottare e ad annullare tutto.
E’ loro la mano di chi ha ucciso Aung San ed e’ loro la mano di chi ha messo Ne Win al comando per tutti questi decenni.
Dalla parte opposta americani ed europei sono stati sempre pronti dietro l’angolo a ricevere il minimo segnale di riavvicinamento.
Ma come si fa a non intervenire, nemmeno una volta, dopo anni e anni di torture, esecuzioni sommarie, con migliaia di persone costrette ai lavori forzati senza motivo, con un governo illegittimo che nessuno ha votato, con 20000 studenti uccisi e arrestati in un paio di giorni solo perché manifestavano pacificamente, con deportazioni in tre giorni di tutta la popolazione di Bagan negli anni 80 per sgombrare il sito dopo che era stato finanziato il progetto di riqualificazione da parte della Comunità Internazionale?
Buona parte della causa è da attribuire proprio al Popolo Birmano e alla sua filosofia di vita e religione del Karma in cui tutto accade perché è scritto cosi e nel vedere il potere e i Re come espressione della volontà divina.
É cosi che tutti i reati commessi non hanno, sia nei secoli passati, come oggi giorno mai scandalizzato più di tanto il popolo.
Nel 2000, i generali, si resero conto che le casse dello stato, stavano diventando sempre più vuote, le licenze della pesca, il taglio del Tek e la vendita dei gioielli preziosi non riuscivano più a tenere il passo con tutti i miliardi che servivano sia per oliare la macchina internazionale che teneva i Generali al sicuro da qualsiasi intervento militare sia per i miliardi che servivano agli stessi per fare spese folli come quella di comprare una commissione di un miliardo e 200 milioni di dollari proprio nel 2000 di armi.
Stavano ad un passo dal cadere quando scoprirono riserve di miliardi di barili di petrolio sia nel sotto suolo che nelle acque.
La via Birmana al socialismo di Ne Win degli anni 50, che ha portato 130000 morti in trenta anni, distruggendo tutto quello che di buono c’era, trascinando un popolo alla miseria e alla fame, proseguirà ancora per altri decenni.
La Birmania, il paese delle contraddizioni, dalla profonda fede, del suo popolo pacifico e non aggressivo, il paese del Karma e del fatalismo.
Noi, semplici turisti, NON IPOCRITI, dobbiamo in qualche modo ringraziare il generale Ne Win, che ha mantenuto la Birmania, ferma, là nel tempo, come in una bolla.
Anche se la maggior parte delle volte tutto quello che vediamo è solo una facciata.
Darla ora completamente in mano agli occidentali togliendola dall’isolamento la darebbe in pasto solo a costruttori e speculatori senza scrupoli.
La domanda che mi pongo è: Preferisco un paese che cerca di svilupparsi, aprendosi al consumismo e alla corruzione internazionale o un paese o un paese in mano a un’oligarchia tirannica in cui la maggior parte del popolo è una specie di schiavo senza possibilità di futuro ma in cui tutto resta cosi com’era e come sarà?