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Nelle Foreste Siberiane

Nelle Foreste Siberiane

Nelle Foreste Siberiane

TITOLO: Nelle Foreste Siberiane

AUTORE: Sylvain Tesson

CASA EDITRICE: Sellerio

ANNO: 2011

NAZIONI: Russia – Siberia – Lago Bajkal

“Ho scoperto che si può vivere vicino ad una gigantesca pista da pattinaggio, nutrirsi di caviale, zampetti d’orso e fegato d’alce. Che ci si può vestire di visone e attraversare i boschi col fucile a tracolla. Che ogni mattina quando i raggi dell’alba sfiorano il ghiaccio, si può assistere a uno degli spettacoli più belli del pianeta. E che nonostante tutto questo si può desiderare di vivere in una casa fornita degli ultimi robot e dei più recenti gadget hi-tech. La tentazione della vita eremitica discende da un ciclo immutabile. Per desiderare una capanna al centro di una radura bisogna aver prima sofferto d’indigestione nel cuore delle città moderne.”

Basterebbero queste parole per farvi innamorare del libro di Tesson, ma a me è servita più questa:

“Nell’immobilità ho ritrovato qualcosa che il viaggiare non mi dava più.”

Nel 2010 Sylvain Tesson a 37 anni, molti dei quali trascorsi a viaggiare in giro per il mondo, macinando chilometri su chilometri, si trasferisce 6 mesi in Siberia.

Va a vivere sulle rive del Lago Bajkal, grande 700 km per 80, 1500 metri di profondità, in una capanna 3 metri per 3, all’interno un letto, una cucina, una stufa e un bagno distante 100 metri.

Con lui vodka e sigari, entrambi a volontà e una scorta quasi infinita di libri e poesie, tra cui Rousseau, Casanova e Whitman.

Si trasferisce nella Taiga a Febbraio in pieno inverno, fino a Luglio in piena estate, vedendo con i suoi occhi la trasformazione della natura da meno 30° a più 20°.

Un cambiar vita, in stile “Into the Wild”, meno poetico e romantico ma più realistico; un viaggio studiato e quasi calcolato, ma non per questo meno affascinate e indimenticabile.

Il libro è un un racconto giorno dopo giorno in un mix tra diario personale, riflessioni filosofiche, storiche, politiche, religiose, personali e cenni dei libri.

Nelle Foreste siberiane

Nelle Foreste Siberiane

Dopo un mese le sue 3 domande sono:

  1. Riuscirò a sopportare me stesso?
  2. A 37 anni posso subire una metamorfosi?
  3. Perché non mi manca niente e nessuno?

180 giorni, nella libertà anarchica del lago.

Ogni tanto cammina per raggiungere le capanne più vicine, pattina sul ghiaccio del lago che in inverno ha uno spessore di 110 cm, taglia la legna, fuma, legge un libro ogni 2-3 giorni, pesca Omul, fa kajak in primavera, spala la neve, scrive, attinge l’acqua, fa riflessioni filosofiche, trekking e scalate.

Nelle Foreste Siberiane l’unica costante e amica dell’autore è la Vodka che beve bicchiere su bicchiere e spesso sta ubriaco e 2 cani di cui diventa inseparabile.

Spesso riduce la giornata a pochi gesti vitali, a piccoli piaceri, alla contemplazione di uccelli migratori, orsi, lupi, alla contemplazione della libertà della natura vista come potenza suprema.

Lavorare e faticare, ma la maggior parte delle volte la sola cosa che passa è il tempo.

Una bella storia, un bel viaggio interiore, mai banale e superfluo, scritto con un testo veloce e scorrevole e un linguaggio anche se ricercato, fluido e mai banale.

Un eremita da solo in silenzio al cospetto della natura pagana, senza fucile, ma solo con un amore primitivo.

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