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SAMARCANDA

Samarcanda

Samarcanda

Siamo in Uzbekistan, il cui nome letteralmente significa “padroni di se stessi”, la nazione di Tamerlano, una nazione giovane con una cultura millenaria che per 2000 anni era considerata la culla del terrore.

Una terra dove per secoli hanno transitato milioni di uomini, nomadi e guerrieri, artisti e architetti, dove ci sono città tra le più affascinanti al mondo, tra cui Bukhara, Khiva ma sopratutto Samarcanda.

Si, proprio Samarcanda, mitica e leggendaria, una delle città più antiche al mondo e un tempo la più ricca dell’Asia, situata ai piedi delle montagne spesso innevate, in una valle verdeggiante.

Fondata nel VI a.C., il suo primo nome fu Maracanda, capitale del colto popolo iraniano dei Sogdiani.

Conquistata da Alessandro Magno e dai Persiani, caduta in rovina sotto Gengis Khan, rinacque come un araba fenice con Tamerlano che ne fece la capitale del suo impero che andava dall’Europa alla Cina.

Qui per decenni vissero studiosi, teologi, artigiani, architetti, pittori, calligrafi, tessitori, armaioli, vetrai, gioiellieri e fabbri.

Uzbekistan Samarcanda

Samarcanda – Il Registan

La città era un tripudio di ceramiche, bazar, titaniche moschee, accademie, arsenali, biblioteche, osservatori astronomici e caravanserragli.

Fu la sede di un impero così lontano fra steppe e deserti che sfiorò appena l’Europa pur terrorizzandola e la cui fama brillò per secoli nell’immaginario collettivo.

Il nome di Samarcanda non evoca una città terrena, altre capitali dell’Islam come Damasco, Istanbul, Il Cairo, ma anche Teheran e Bagdad, risplendono di una magnificenza spesso mediterranea e accessibile ma Samarcanda si colloca proprio ai limiti della geografia.

Un città che ispirò la fantasia di Goethe, Handel, Marlowe, Keats, Flecker e tuttavia nella realtà rimase sempre irraggiungibile.

Chiamata “Lo specchio del mondo”, il suo nome fa pensare a terre lontane, orizzonti misteriosi, epoche leggendarie, con un mito pari solo a quello di Atlantide o dell’antica Roma.

Qui sono nate e si sono sviluppate le grandi architetture Timurridi, fu uno dei punti in cui fiorì la cultura islamica e che custodisce alcuni tra monumenti più famosi al mondo tra cui:

Uzbekistan Samarcanda - La Moschea di Bibi Khanym

Samarcanda – La Moschea di Bibi Khanym

Moschea di Bibi Khanym: il più grande palazzo Timurride mai costruito, una delle moschee più grandi del mondo Islamico, costruito con delle tecniche di architettura e di ingegneria al limite delle possibilità consentite dell’epoca

Shah-i-Zinda, il cimitero dove furono seppelliti i membri più stretti della famiglia e le persone a loro più care. Un mausoleo, una specie di necropoli al cui interno vi sembrerà di sognare e di essere in paradiso

Registan, tappa imprescindibile del viaggio in Uzbekistan, il motivo principale perché siamo arrivati anche noi qui.

Il Registan, è uno dei luoghi più ammalianti e fotografati non solo di Samarcanda ma anche di tutto il continente, simbolo per eccellenza dell’Uzbekistan.

Centro commerciale della Samarcanda medioevale, fu il Bazar più importante nella Via della seta.

Intorno alla piazza del mercato, si allineano in una simmetria quasi perfetta le 3 Madresse o scuole coraniche.

Un colosso con mura grandiose decorate con infinite piastrelle, minareti altissimi interamente colorati da stupendi mosaici, edifici adornati di lapislazzuli e maioliche, cupole turchesi delle madrasse e della moschea che svettano sulla città.

Uno spettacolo allo stato puro che vi emozionerà appena lo vedrete e si regalerà emozioni che vi lasceranno a bocca aperta e senza fiato.

Maestosità e imponenza, armonia e purezza, pace e raffinatezza, magia e mistero, bellezza e architettura si fondono insieme al cielo blu cobalto senza una nuvola, dimostrazione assoluta di ricchezza e sfarzo.

Sarei rimasto ore e ore all’interno del complesso con la mente che viaggiava a epoche lontane, ad ambienti d’altri tempi, nel passato dei grandi viaggi, di un mondo lontano che ormai si può solo sognare e immaginare.

Il Grande Deserto del Sahara
LIBANO Baalbek - Divinità, orge, vino e oppio dell'aristocrazia Romana